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Il golpe dell'Aprile 1968 ha portato il controllo di Kabango nelle mani di un ex caporale, Rousseau Kimawa, proclamatosi “Dictateur”. L’onere del potere è condiviso da altri due militari, i “Gran Cordoni” Herminien Ouka e Leroy Ngumo (ministri rispettivamente del Territorio e della Difesa, in pratica detentori del potere esecutivo). Questo terzetto costituisce il governo Kabanshi, denominato “Komit”.
Per non alienarsi le simpatie della popolazione, molto legata alla casa reale, il Komit riconosceva al giovane e colto Nkele il rango di “Principe di Kabango” ed un mero potere di rappresentanza all’estero: in pratica, Joaquim Nkele è un fantoccio nelle mani del dittatore, che se ne serve per incrementare il proprio patrimonio personale stabilendo rapporti diplomatici con altri “stati” privi di costituzione e di codici legali.